Il Tri-week “secondo” Bobo

Bobo e il gioco d’azzardo

 

Purtroppo è così: mi sono trovato, mio malgrado sia chiaro, ad essere oggetto di scommesse clandestine mirate a indovinare la mia possibile o meno conclusione della gara ma anche, nell’eventualità, le condizioni fisiche al momento del passaggio sulla linea del traguardo… ma ne parleremo dopo.

Intanto parto col dire che il nostro Presidente mi ha tradito ed è giusto che tutti gli iscritti lo sappiano: ricorderete che, come quest’anno, anche lo scorso anno ci siamo trovati tutti per organizzare, nell’arco dei soliti tre giorni, l’edizione 2014 del Tri-Week; bene, in quell’occasione fui amaramente penalizzato perchè costretto a dividere l’alloggio con un 33TT campione di “russata con fischietto”, specialità tra le più deleterie non solo per il riposo del fisico ma anche, soprattutto direi, per il collaterale danneggiamento del sistema nervoso.

Accettai fondamentalmente per due motivi: primo perché non avevo altra scelta e secondo perché il Presidente, ecco l’ignobile sotterfugio, promise che l’anno successivo, cioè quest’anno, mi avrebbe fatto dividere la stanza con una delle nostre 33 Trentine… ma di più: mi invitò subdolamente ad osservare che nelle stanze degli hotel non esistono praticamente più letti singoli ma tutti a doppia piazza!

Ovviamente ho passato i successivi dodici mesi leccandomi i baffi per la ghiotta occasione che mi era stata promessa e quindi Venerdì 28, in quel di Lavarone, mi sono presentato profumato e pettinato (ehm… per questo non ci ho messo molto…) comunque pronto per incontrare la Vestale designata.

Non ci crederete: il Presidente ha iniziato a prendere tempo… non ricordava… titubàva… per poi rinnegare spudoratamente i pregressi accordi e costringermi a dividere l’alloggio NON con la pelle vellutata di una 33 Trentina ma con l’irsuto Rovigo che, per quanto persona fine, educata e di indubbia cultura, non è precisamente quello che mi era stato promesso.

Tutto bene comunque… almeno se si esclude un singolo e sporadico momento di tensione dovuto al fatto che, accesa la televisione, il barba-baffuto coinquilino ha poi appoggiato il telecomando sul mio letto (distante dal suo non più di una ventina di centimetri) dicendo che era un riflesso condizionato di quello che lui era normalmente abituato a fare con la moglie; una volta chiarito che mi auguravo non avesse con me altri riflessi condizionati di quello che faceva con la moglie, tutto è rientrato nei canoni della normalità e la convivenza è proseguita in modo corretto e senza incidenti di percorso.

Arrivo quindi incolume al Sabato mattina quando, tra gli ultimi preparativi e qualche chiacchiera, mi trovo in un attimo dentro alla muta e pucciato nell’acqua del lago.

Si parte, nuoto e arrivo in transizione dove la muta non esce, le calze non entrano, i guanti sono stretti, il velcro delle scarpette si è arrotolato come la treccina di un cinese… eccheccavolo! Va be’ , finalmente comincio a pedalare e come spesso mi succede, ogni tanto sbaglio strada perché pedalo a testa bassa.

Mentre recupero il percorso, cerco le parole per far passare la faccenda come mia personale tattica di gara ma la cosa non è facile da giustificare in modo verosimile e oltretutto, considerato che il cervello funziona a zuccheri, mi trovo in breve in profonda crisi ipoglicemica e subito arrivano anche i primi crampi.

Da quando sono nato circa cinquant’anni fa (ho scritto CIRCA quindi andate avanti a leggere e non fate troppo i sofistici, eh!) non mi era davvero mai capitato di soffrire di crampi… mi pareva di avere il bicipite femorale ed il polpaccio della gamba sinistra in una tagliola che mi bloccava del tutto la gamba… minchia che male!

Comunque arrivo in transizione, bevo e mi pare di stare meglio ma ovviamente è un “meglio” transitorio e faccio quello che posso.

A questo punto il mio ritiro era pagato nove a uno, il rischio di infarto era dato sette a uno  ed il collasso totale tre a uno… ma li ho fregati tutti e alla fine ho tagliato il traguardo insieme a Serena e Roberto che erano venuti a cercarmi (tutti temevano che io fossi stato arrestato per vagabondaggio) e a Gigi il cerusico.

Proprio lui, con una sensibilità professionale derivata indubbiamente da quel “Giuramento di Ippocrate” cui ogni medico ha obbligo di attenersi, mi incoraggiava strillandomi nelle orecchie di sbrigarmi, che a quel punto avevo davvero rotto le palle a tutti, che quella non era una corsa ma una Via Crucis, che la gente aveva altro da fare che stare lì ad aspettare uno che stava tirando gli ultimi e tante altre cose carine che sollevano sempre lo spirito… ma comunque ho tagliato il traguardo.

Ovviamente pensavo di avere il diritto di sdraiarmi per terra, accasciandomi come se avessi fatto l’Ironman di Zurigo in sette ore ma proprio mentre mi lasciavo andare, una presa al collo da lottatore di Sumo mi rimetteva in piedi.

Chi poteva essere? La nostra vice Presidente (chi altri ha modi così delicati?) che mi trascinava alla premiazione visto che, essendo io uno dei due soli M5 in gara, potevo salire sul secondo gradino del podio; ricevo quindi premi e coccole dato che ad aspettarmi c’erano praticamente solo i 33 TT e “vinco” anche il bacio delle Miss (Tania ed Iva) e… miracolo!

Come per magia si risvegliano in me gli ultimi sette ormoni che, presi alla sprovvista, non riescono però a coordinare bene e subito le forze per dimostrare il proprio entusiasmo ed apprezzamento; niente comunque in confronto a quanto sarebbe successo il giorno dopo quando, sentendo una musica forte provenire da una macchina, mi avvicino e ci vedo Tania che balla sul sedile… lei mi vede e sempre muovendosi a ritmo di musica scende e mi si arrampica addosso come un panda facendo la lap dance… troppo per quegli ultimi sette ormoni reduci cui saltano definitivamente, pur con il sorriso sulle labbra e lieti se non per l’esito senz’altro per il modo, le troppo provate coronarie.

Il mio Sabato finisce comunque con tutti i body rossi seduti allo stesso tavolo davanti a polenta e spezzatino, dopodiché il mio ultimo ricordo è quello delle scale che portano alla mia camera: mi addormento così pesantemente che non saprò mai se davvero l’irsuto Rovigo ha mantenuto la promessa fatta a proposito dei suoi riflessi condizionati matrimoniali.

Domenica per me entusiasmante: recuperato nel fisico e nello spirito, rinfrancato psicologicamente dalla inaspettata scoperta di due ormoni superstiti dati in un primo tempo per defunti, mi sono goduto la gara degli altri e quel lavoro gomito a gomito con tutti i 33 TT che, sotto la direzione dell’onnipresente Alessio, ha portato al successo della manifestazione.

Relax meritatissimo di fine giornata e pizza conclusiva a suggellare un TriWeek di cui si ventila già, per il prossimo anno, una versione addirittura più importante e blasonata… quindi seguiteci e ci divertiremo ancora tutti insieme,vivendo le emozioni del nostro sport con quella tenacia fisica e mentale che contraddistingue ogni triatleta.

 

 

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