Cronaca di un esordio … ma perchè capitano tutte a me? …. ;-)

Hola 33TT !

Mentre voi vi davate da fare a Bardolino, io sono andato nell’entroterra Anconetano a fare la mia prima gara di Olimpico MTB.
Parto quindi Venerdì in tarda mattinata e arrivo sul posto verso le 18.00 dopo un viaggio di 650 chilometri… ma l’entusiasmo me ne allevia il peso.

Per prima cosa vado a vedermi il campo gara quindi nell’ordine 1) nuoto: lago tiepido a 21.5° , increspato dall’aria, con un sacco di pesci che saltano dappertutto (speriamo non siano pirania); 2) bike: qua mi è venuto il coccolone… pendenze davvero tostissime ma soprattutto, questo è stato il problema, con tre stradine in particolare (due in salita ed una in discesa) esageratamente ripide e ghiaiose; 3) percorso run senza particolari problemi: ondulato con tre piccoli strappi di pochi metri ciascuno.

Torno a rivedermi le due salite del percorso bike dove nel frattempo altri concorrenti, arrivati per la gara del giorno dopo, stanno addirittura provando tutto il percorso.
La cosa è fattibile solo salendo il fila indiana perché l’organizzazione, consapevole dell’impraticabilità del tratto di maggior pendenza, ha mandato delle squadre a rastrellare i sassi; ovviamente i poveretti ‘sti sassi mica potevano portarseli via… quindi non hanno trovato di meglio che rastrellarli su una metà della stradina dove già ce n’erano altrettanti, creando così di fatto solo un piccolo sentiero abbastanza praticabile; poi la pioggia, caduta tutta la notte ed il giorno successivo fino alla partenza, ci ha messo del suo.

E ci ha messo del suo anche in un tratto in discesa davvero impraticabile per la ghiaia che, su quella forte pendenza, rende impossibile il controllo e la frenata della bici e si conclude, oltretutto, con curva a gomito sulla sinistra: vi garantisco che scendendo a piedi faccio un passo e una scivolata di almeno un paio di metri.
Mentre cerco di trovare dove e come passare in gara a piedi e tenendo la bici, arrivano giù e in sella sulla bici due atleti di quelli veri, tutti sponsorizzati, con bici da sogno e tecnica da professionisti… di quelli che ti incanti a guardarli… davvero belli da vedere.
Belli da vedere almeno fino alla cirva a gomito, che non riescono a fare uscendo quindi fuori tracciato e finendo nella scarpata sottostante lanciando anatemi di tipo religioso assolutamente irripetibili.
Quando “RIEMERGONO” dalla scarpata non sono più né belli da vedere nè soprattutto belli da sentire… ho impostato il mio Garmin per vedere quante bestemmie/minuto hanno detto e vi garantisco che hanno spuntato tempi da primato.

Va be’ , tornando alla ricognizione del percorso io non sto lì tanto a farmi problemi: le rogne che ci sono ci sono per tutti, chi passerà meglio è perché sarà più bravo e io domani spingerò finché ne ho, poi eventualmente ci penseranno quelli dell’ambulanza a portarmi via.
Torno quindi a prendere la macchina e cerco la casa con “frei zimmer” che avevo contattato per telefono, cercando della signora Mara con la quale avevo appunto preso accordi per il pernottamento.
Eccola lì la casa, suono… e suono… e suono… ma non risponde nessuno… ari suono un’altra volta (che sta anche piovendo…) niente; allora suono dalla vicina… e suono… e suono… e suono… eccheccazzo ma c’è stata un’epidemia?

Sto ormai pensando di ripassare più tardi, quando con un cigolio da castello degli orrori la vicina apre uno spiraglio di finesta e urla “chill’ è!?” .
Vista l’avanzatissima età della vegliarda mi trattengo dal mandarla affanculo per il tono che ha e sfoggiando il mio miglior sorriso (che non è roba da poco visto che sono stato dal dentista la settimana scora a farmi sistemare un premolare spendendo un patrimonio) e le dico ” Mi scusi signora, mi sono permesso di disturbarla perchè cerco la signora Mara…” manco mi fa finire e strilla ” e allora se cerchi a Mara sona dellà, no?” e chiude la finestra.

Mi guardo intorno per vedere se trovo un mattone da tirarle nei vetri ma poi respiro profondo e con calma suono ancora… ” T’ho detto che se cerchi a Mara hai da sonà dellà! E allora suona dellà e non amme! Ma tanto nun ce la trovi a Mara, che stanotte cià venuta ‘na colica e l’hanno ricoverata al Civile de Macerata!” SBAM e richiude la finestra.

Minchia e adesso cosa faccio? IDEA! Mi sistemo il colletto della polo, mi appoggio al pilastro del suo cancello come ho visto fare a James Dean nel film “il selvaggio” e dopo essermi schiarito la voce risuono alla befana ” Aò… hai da andà al Civile de Macerata se vuoi a Mara!” prima che chiuda di nuovo la finestra (che da come la sbatte mi sa che ne deve cambiare una a settimana) faccio appello a tutto il mio fascino e con voce vellutata le dico ” Abbia pazienza… ma dato che avevo concordato dalla signora Mara un alloggio per questa notte e non c’è… non è che magari anche lei ha una stanza a disposizione… per caso…” e lei: ” macchè faccio ‘ntrare ‘n casa ‘n vagabondo che nun conosco? Macché se’ ‘nbriago?” e chiude definitivamente la finestra sbattendola più forte del solito.
Resto ancora un attimo appoggiato al pilastro ma adesso anziché sentirmi come Jeams Dean mi sento più come Jerry Lewis… e per mitigare la dimostrata realtà che come fascino evidentemente ‘sto proprio messo a zero, vado a mangiare una pizza con gelatone finale… e mi sento subito meglio.

Questo vi ho raccontato per giustificare il fatto che poi non ho più trovato altro, quindi ho dormito in macchina, semi abbracciato alla bicicletta e con la leva del freno a mano che ogni volta che mi giravo si faceva sentire nei modi meno ortodossi e indubbiamente inenarrabili.
Notte di pioggia e temporale, conto tutte le ore che passano e la mattina alle 6 sono già in giro nei prati circostanti a fare la pipì, insieme a tutti i cani randagi del posto, litigando per poterla fare al riparo delle piante più fitte che meglio riparano dall’acqua.
Finalmente arrivano le 11 e vado al ritiro del pacco gara ma i pacchi ancora non sono arrivati… quindi aspettiamo tutti una mezz’oretta; ci dicono che manca un capo tecnico che verrà spedito a casa… con tante scuse.
Torno in macchina e preparo tutte le mie cosette, mi rileggo le utilissime informazioni che Alessio aveva mandato e dopo un paio d’ore vado in zona cambio mentre sta finalmente smettendo di piovere.

Preparo tutto, controllo, poi metto la muta, esco e vado al briefing prima della partenza.

Subito dopo ci fanno entrare in un fettucciato: prima quelli con punteggio di Rank quindi io entro con gli ultimi… penso al fatto che mi era appunto stato consigliato, essendo la prima gara, di partire con calma dietro e abituarmi un po’ all’effetto tonnara.
Io però come mia personale filosofia di vita ritengo che, se qualcosa si deve capire ed imparare, meglio capirla ed impararla subito ed in tutti i suoi possibili aspetti.
Quindi con educazione mi faccio un po’ largo tra gli atleti che, devo dire sinceramente, sono stati assolutamente indifferenti alla mia intrusione e mi trovo circa in seconda fila e posizione centrale.

Partono le donne (quelle iscritte erano una decina) e dopo quindici minuti la trombetta suona anche per noi e finalmente mi tuffo dando il via al mio primo Triathlon.
Si tuffa anche uno dietro di me che evidentemente pensava che io fossi più lesto ad entrare in acqua… così me lo ritrovo sulla schiena e siccome è alto circa come me e le sue spalle sono atterrano all’altezza delle mie, va da sé che mi sono trovato anche il suo pisello sulle mie chiappe e questo NON è stato bello…
Almeno all’inizio, poi ci siamo scambiati un sorriso e il prossimo mese andremo al mare insieme.
Se Dio vuole si inizia a nuotare…
Minchia che legnate!
Comunque tante ne prendo, un po’ ne do ed esco al primo giro di nuoto vedendo altri che ancora sono in acqua; mi rituffo e via di nuovo verso la boa… poi sento un po’ di indolenzimento alla spalla destra quindi mi metto a dorso, faccio qualche bracciata, mi rimetto a stile e vado via bene.
Mentre sono lì tutto impegnato sento “scusi… signore… ” e un colpo di fischietto; guardo ‘sto qua sulla barca di salvataggio e mi chiedo che cavolo voglia e lui mi dice “la boa che ci ‘ha da girà intorno…” E io ” eccheccavolo almeno questo lo so, ma se si sposta col barchino, prima ci arrivo a ‘sta boa che è lì dritta…” e lui “eh mannò che non è questa è quell’altra là…” Maporcaputtana… quando mi sono rigirato da dorso a libero mi sono rigirato male e ho puntato sulla seconda boa… ma porcaputtana sono dovuto tornare sulla prima perdendo davvero un sacco di tempo: il Garmin dice che ho fatto circa 350 metri in più (ho la traccia che sembra la corsa di un ubriaco) .

Va be’ , ormai è andata e riprendo il mio ritmo, non mi giro più a dorso e alla fine mi spiaggio all’arrivo del nuoto come una balenottera.
Mentre mi metto in piedi il giudice mi dice di stare attento che sul tappeto si sciv… nemmeno fa in tempo a finire la frase che mi esibisco in un doppio carpiato con triplo avvitamento frontale, posteriore, bilaterale e con atterraggio di schiena tra le risate di tutti i bambini presenti ai quali, con voce roca, partecipo il mio pensiero sulla più che dubbia moralità delle loro mamme.
Comunque esco, tolgo la cuffia e gli occhialini, firmo un contratto con il circo di Moira Orfei che mi ha visto nella caduta e mi vuole nel suo spettacolo di gala, entro in zona transizione e parto con la bici; sono riuscito anche a ricordarmi di schiacciare i bottoncini giusti sul Garmin.
Segue più di un’ora di sofferenza allo stato puro: tre giri di sali e scendi dalla bici, spingi su terreno scivoloso e trattieni sempre a piedi la bici su quella cavolo di discesa che ha fatto una caterva di vittime… quando ho iniziato il terzo giro ho sentito lo speaker che avvisava dell’arrivo dei primi che già li avevano finiti tutti.

Ho le gambe a pezzi ma spingo dove posso pedalare pur di scendere dalla sella e quando il momento arriva mi pare di rinascere: bevo, caccio giù una bustina di Enervit, scarpe e via; via per modo di dire… le gambe fanno quello che possono e dei tre giri successivi ho sofferto i primi due e non so con quali energie sono riuscito a fare il terzo… ma so che non avrei mollato nemmeno se mi fossi dovuto trascinare all’arrivo sui gomiti.

Beh, volete saperne una bella davvero? Allora, parlando della categoria M4 qualcuno credo di averlo superato, qualcuno mi pare si sia ritirato… oè ragazzi, alla fine noi 33TT siamo arrivati secondi!
Mi sono sentito proprio orgoglioso di essere un 33 Trentino anche perché, credetemi, propagandando le gare che organizzeremo noi quest’estate, ho trovato un sacco di persone (ma tante davvero, non per modo di dire) che hanno espresso il loro compiacimento per quelle scorse a cui hanno partecipato, dicendo che ne avevano apprezzato davvero l’organizzazione e la scelta dei percorsi, sempre particolarmente belli e divertenti.
Insomma, la gente ci conosce e ci apprezza… non siamo un gran bel gruppo?

A presto ragazzi e W noi 33TT !

Roberto “Bobo” Curti

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